domenica 13 febbraio 2011

Suoni spettrali s’aggirano per la rete

Ci sono un sacco di fantasmi e case stregate in giro.
Sembra che negli ultimi anni sonorità oscure degne di tale nome stiano tornando alla luce, seppur in forme diversissime.
Perché tutto questo parlare di fantasmi, di tenebre ed esoterismi nella musica oggi?
Forse questi primordiali termini parte di tutte le culture, sono così presenti nella musica odierna perché mai come oggi è stata cosi incorporea e evanescente, soprattutto la musica elettronica, e poi l’uso del campionamento fa rivivere suoni persi nella memoria. Molti artisti elettronici costruiscono una specie di canzoni non canzoni , forse definibili come solo delle entità, tanto che si è chiamato "hauntology" questo modo di comporre.
Che cosa è hauntology? Il termine deriva da un libro, "Spettri di Marx", del filosofo francese Jacques Derrida. L’ossessione dello spettro, del fantasma che è contemporaneamente presente/assente, che sfida quindi il discorso musicale a cercare il suo limite, appartiene all’ultimo Derrida, alla sua riflessione: "Uno spettro è allo stesso tempo visibile e invisibile, allo stesso tempo fenomenico e non fenomenico: una traccia che segna anticipatamente il presente della sua assenza. La logica spettrale è di fatto una logica decostruttiva.
Sembra di vivere in un periodo in cui la musica il principio di incompleto, di non completamente definibile è essenziale, cosi come gli spettri che sono sconvolgenti perché non sono ben definiti sono corpi incoporei, possono esistere soltanto alle soglie del sensibile, nelle suggestioni.

“Il segnale delle onde delle radio pirata nell’etere che fluttua nella notte londinese” così immaginava e descriveva la sua musica Burial. Ed è un segnale che ribolle di rabbia soppressa, ma anche di grazia aleggiante, di quell’angelica tenerezza che ricorda i fantasmi/angeli del cielo sopra Berlino di Wenders.
E nonostante Burial si ispiri alla vita londinese, associare la sua musica a un luogo sembra impossibile, perchè quell’intreccio di euforia e tristezza, quelle sensazioni confliggenti di opportunità e costrizioni possono essere capite in ogni luogo e soprattutto in quel non-luogo che è la rete.
In linea con questa avanzata di fantasmi, tenebre ed esoterismi nel mondo musicale underground, è proprio nella rete che sta nascendo un fenomeno che ha già assunto le diverse denominazioni "witch house", "haunted house" o "drag".
Cresciuti con l’isolazionismo da cameretta e web-accesso orizzontale a tutte le musiche prodotte nell’ultimo secolo, questi musicisti non si riconoscono in una scena localizzata nemmeno in un’onda, perché l’onda è il mondo stesso e la musica è infinita, preferiscono piuttosto parlare di comunità nelle intenzioni.
Si può essere a Parigi, Londra o New York, si può andare dalla darkwave al dubstep e dallo shoegaze all’elettronica , all’hip hop, ma il modo in cui il tutto è elaborato mira ad esaltarne gli aspetti più inquietanti, ingigantendo i dettagli per mostrarne le mostruosità come in letteratura aveva fatto Ballard nella sua Atrocity Exhibition. Oppure semplicemente questi suoni assumono delle insolite tonalità notturne e le voci sembrano venire da mondi distanti sepolte come sono dal sound.
Insomma sembra che ci sia un nuovo vocabolario musicale emergente, incentrato da un lato su suoni oscuri che sono stati resuscitati e ri-articolati e dall’altro sul modo in cui la voce viene manipolata per creare umori e atmosfere definite amorfe, di natura spettrale. Ghost voices.
E ’qualcosa di simile a ciò che accadde nel film Inception, dove la musica rallenta e si fa impalpabile come un limbo tra gli strati dei sogni (anche gli incubi sono sogni).
Le “memorie del futuro”, quell’estetica iniziata qualche anno fa dai dischi di Burial, Kode9 e da etichette come Ghost box, Mordant Music ecc., è tracimata fino a creare un’immaginario intero.
Accanto ai nomi sopracitati, alcune band più intelligibili si stanno facendo largo. Nomi come Salem, Balam Acab, White Ring, Modern Witch, Creep, oOoOO, Lake Radio, Raw Moans…. e poi principalmente nell’uso delle voci, James Blake, Pariah, How to Dress Well, Forest Swords…
La fremente intensità di questi suoni riuscirà a ferire e guarire gli ascoltatori più attenti e sensibili, ri/attivando passioni mai sopite….

…nelle cuffie "Martin Hannett’s Ghost" dove troviamo Lake Radio intento a stravolgere "The Eternal" dei nostri cari Joy Division.

Diserzioni- Suoni spettrali in case stregate

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