domenica 23 agosto 2015

Gigi Masin: Wind


Lo scoprii nel buio della mia stanza
solo qualche lustro fa
ma sembra un'altra era
nessun display acceso,
nessun post su facebook,
niente cover su instagram,
niente ascolto su soundcloud,
non un podcast,
niente playlist su mixcloud,
niente streaming su spotify,
nessun evento programmato,
niente #hashtag,
niente youtube ne vimeo,
nessun critico musicale aveva il blog,
niente discogs o boomkat...
solo l'istinto, l'intuizione
solo due visionari dj radiofonici
un garage studio
la vibra dell'etere
la modulazione di frequenza
solo apparati uditivi sintonizzati
e un dono sonoro
di un poeta del silenzio
disperso nel vento
da un'emissione notturna




...era il 1985 e stavo ascoltando come ogni settimana la mia trasmissione radio preferita: Nocturnal Emission condotta da Mirco Salvadori e Massimo Caner quando sentii per la prima volta “Wind” il  disco d'esordio di Gigi Masin. Un regalo (nel senso letterale del termine) che Gigi faceva agli ascoltatori di Nocturnal Emission e agli amanti di quel suono.
Ora quel gioiello sonoro è stato rimasterizzato e uscirà a metà settembre per la label “The Bear On The Moon”.
Non perdetelo!

mercoledì 12 agosto 2015

Holidays in paranoia


Uno va di qua, l'altro va di là. Meglio: uno va l'altro resta.
Le vacanze estive sono così: a volte capita di restare a casa a causa di una serie di sfighe.
Però l'orecchio no! Quello non resta, anzi si muove incessantemente.
Quando passi le vacanze a casa e le notti si allungano per la mancanza di sveglia mattutina arrivi a fagocitare così tanti suoni e a inghiottire così tante musiche convinto che in ferie il tuo cervello rilassato  sia in grado di elaborare il tutto.
Il problema è tutto li, o quasi. Nella rottura del rapporto tra orecchio e cervello. Fra ascolto e conoscenza. Ascoltare non è più sufficiente a conoscere. E per conoscere e capire di musica non basta un gran volume di cose ascoltate.
Terremotato dalla pervasività delle nuove tecnologie, l'oceano di suono è diventato uno fluire inarrestabile e la logistica della percezione sconta una debolezza cognitiva che assume proporzioni sempre più allarmanti.
Anche il mio orecchio intento ad ascoltare più suoni possibili, tutto ciò che era sfuggito all'ascolto durante l'anno sembra incapace di quel processo di strutturazione della informazioni e del sensibile che è alla base di ogni conoscenza.
Per questo costruire una trasmissione come Diserzioni resta per me essenziale. Perchè mi costringe a scegliere cosa ascoltare, perchè mi costringe a riconnettere l'orecchio al cervello.
Quel che conta non è ascoltare tutto ciò che attira l'attenzione (peraltro impossibile) ma che ci sia qualche suono che accenda ancora qualcosa. Qualcosa che punge, che stimoli contemporaneamente l'orecchio, il cervello e l'anima. Anche in vacanza.
Buone vacanze dunque, a chi resta e a chi va. E buona caccia di suoni.
Diserzioni come di consueto torna settembre. A cartografare i miei ascolti sperando di essere mappa utile anche per i vostri.

lunedì 3 agosto 2015

New Wave of Instrumental Grime

Estate 1994.
La musica liquida era ancora un’ orizzonte a venire e la mia sete di suoni la dovevo soddisfare rovistando avidamente nei negozi di dischi. In un record shop di Soho, mentre cercavo tra gli scaffali, sentii un giro di batteria conosciuto, molto conosciuto. Sembrava proprio l'attacco di “Sunday Bloody Sunday” ma era fuori contesto, immersa com’era negli scratch . Mi avvicinai al vinile che girava sul piatto incuriosito. Il disco portava al centro una scritta: “Mo Wax” cosi per capirci qualcosa mi feci passare la copertina. Era un triplo vinile che all'interno si definiva: “a collage of 16 excursion from the hip hop instrumental avant garde”.
Comprai quella compilation dal titolo Headz e iniziò una passione per l'hip hop strumentale, quello emancipato dalla figura del MC. L’Hip hop classico non mi aveva mai preso completamente nonostante fossero gli anni delle posse anche in Italia.
Il pezzo che provocò tutto questo era “Lost & found”di Dj Shadow.
Lo stesso mi succede ora dopo più di 20 anni con un genere che è una derivazione del hip hop ovvero il grime. Anche in questo caso mi appassiona molto di più quando non c'è l’apporto vocale del MC, perché quando il sound si emancipa da esso sembra perdere la sua parte più "machista" e diventare più introspettivo e romantico.
L’ instrumental grime mantiene quel punto d'incontro delle parti più oscure e malsane del Uk garage così come le ritmiche sincopate di matrice 2step, ma qui tutto diventa più minimale, rallentato, intimo e incentrato molto di più sulla sperimentazione elettronica.
Rimuovendo la centralità del MC (che spesso usa uno slang tipicamente Londinese, difficilmente comprensibile da chi non proviene da Londra), i produttori di grime strumentale focalizzano l'attenzione sull’ atmosfera che ha reso il grime così eccitante, rendendolo fruibile così anche fuori dalla capitale inglese e dai suoi club.
Si tratta di musiche che dipingono un futuro molto buio, distopico, un’ immaginario cyberpunk. Ma c’è anche il gusto per un’esplorazione melodica dei sintetizzatori che intraprende strade fantascientifiche che guardano contemporaneamente  sia allo spazio esterno che a quello interno. E’ musica che parte dal grime e magari li ritorna ma che diventa espressione di un sentire comune anche in giovani che non hanno vissuto l’esperienza della scena londinese. Insomma si stacca dalle strade della metropoli inglese per diffondere quell’atmosfera anche altrove.
Così facendo si allarga il potere dell' immaginazione che diventa macchina di rielaborazione prendendo frammenti dal magazzino della memoria per ridisegnare ancora una volta i confini e le forme. Questo ridisegno rende possibile proiettare il mondo del grime da inedite prospettive e permette di creare nuovi orizzonti per la musica elettronica nel suo complesso.
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5 nomi e 5 brani della “New Wave dell’ Instrumental Grime”

Rabit "Imp" il brano che apre l'EP Baptizm , inizia con tre note di sintetizzatore a creare la melodia. Dopo 40 secondi o giù di lì, questo si dissolve, aprendo lo spazio per una più complessa linea di synth, fatta di frammenti di melodie in "fade in" e "out". I toni sono molteplici: alcune note suonano piene, come un organo da chiesa; altre suonano come violini pizzicati; e nell'insieme suonano come l’intro che potrebbe salutare l'ingresso di un personaggio dei videogiochi. Videogiochi è una delle parole chiave per il grime strumentale. Anche quando il sound diventa più aggressivo, sembra estraneo alla violenza fisica, questa è musica fatta in prevalenza da giovani nella propria cameretta e sembra uscita dalla loro vita virtuale.



Slackk : velocità che sfoca l’immaginario di strada a notte fonda, storie allucinanti situazioni senza un inizio, né una fine, né un perché. La virtualità si scontra con il reale. Disorientante non è la parola giusta.
 
Logos: la melodia sintetica che come il vetro diventa solida con il raffreddamento di sostanza liquida e che se fuori sembra inerte all'organico e perfettamente liscia e adatta al fluire infinito della rete,  dentro è fragile e tagliente. Anche la vita virtuale ha la sua inquetudine.

 
Visionist: solitario melodico ed empatico. Questa estetica cosi intima ha presto fatto breccia nei duri cuori del grime. Come rendere il “dark” giocoso



Mr Mitch:  atmosfere di vuoto urbano alla Burial. È un brano grime così triste e romantico che quando Mr Mitch ha fatto ascoltare “Sweet Boy Code” alla sua fidanzata, Mrs Mitch, si è messa a piangere: la traccia è tanto lenta ed intensa con un tenebroso campione vocale stretchato di Dark0 da trasportarti nella notte più profonda, da solo, fino a rallentare il battito del cuore ed evitare lo spasmo

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ps) Boxed è la serata londinese ideata dai vari Logos, Mr Mitch & co, casa della cosiddetta “new wave of instrumental grime”. Se vi capita di essere da quelle parti non perdetela!