Uno va di qua, l'altro va di là. Meglio: uno va l'altro resta.
Le vacanze estive sono così: a volte capita di restare a casa a causa di una serie di sfighe.
Però l'orecchio no! Quello non resta, anzi si muove incessantemente.
Quando passi le vacanze a casa e le notti si allungano per la mancanza di sveglia mattutina arrivi a fagocitare così tanti suoni e a inghiottire così tante musiche convinto che in ferie il tuo cervello rilassato sia in grado di elaborare il tutto.
Il problema è tutto li, o quasi. Nella rottura del rapporto tra orecchio e cervello. Fra ascolto e conoscenza. Ascoltare non è più sufficiente a conoscere. E per conoscere e capire di musica non basta un gran volume di cose ascoltate.
Terremotato dalla pervasività delle nuove tecnologie, l'oceano di suono è diventato uno fluire inarrestabile e la logistica della percezione sconta una debolezza cognitiva che assume proporzioni sempre più allarmanti.
Anche il mio orecchio intento ad ascoltare più suoni possibili, tutto ciò che era sfuggito all'ascolto durante l'anno sembra incapace di quel processo di strutturazione della informazioni e del sensibile che è alla base di ogni conoscenza.
Per questo costruire una trasmissione come Diserzioni resta per me essenziale. Perchè mi costringe a scegliere cosa ascoltare, perchè mi costringe a riconnettere l'orecchio al cervello.
Quel che conta non è ascoltare tutto ciò che attira l'attenzione (peraltro impossibile) ma che ci sia qualche suono che accenda ancora qualcosa. Qualcosa che punge, che stimoli contemporaneamente l'orecchio, il cervello e l'anima. Anche in vacanza.
Buone vacanze dunque, a chi resta e a chi va. E buona caccia di suoni.
Diserzioni come di consueto torna settembre. A cartografare i miei ascolti sperando di essere mappa utile anche per i vostri.
Nessun commento:
Posta un commento