martedì 26 luglio 2011

Domenica 24 luglio: Charlatans e Nouvelle Vague Live Report


Sexto 'Nplugged ovvero quando il luogo determina la musica, ed il luogo è il sagrato dell’abbazia di Santa Maria, a Sesto al  Reghena (PN), location splendida dove meglio non si poteva rappresentare una serata con le performance acustiche di Nouvelle Vague e Charlathans che hanno offerto al pubblico una versione unplugged di concerti che normalmente si propongono nella tipica formazione da tour.
Da tempo ho la sensazione che gran parte dell' iperproduzione sonora attuale sia paralizzata dall’enorme quantità di impulsi sonori che la bersagliano, e incapace di costruire progetti che non siano quelli, derivati da suggestioni  che le giungono dalla storia passata.
E' il caso anche di Nouvelle Vague, un’idea venuta ai produttori francesi Marc Collin e Olivier Libaux, già ben noti nell’ambiente dell’elettronica europea, e consistente nel reinterpretare in chiave bossanova alcuni classici della new wave (appunto) con l’ausilio, alla voce, di giovani e promettenti ragazze che cantano questi classici della dark wave senza conoscere gli originali.
Il fatto è che la cosa riesce benissimo,  decontestualizzando questi pezzi prendono vita nuova, ed ecco che gli inquieti Cure, Depeche Mode e Sounds, Clash  diventano sinuosi e sensuali . La bravura delle cantanti riesce a trasformare il Punk in Pink,  come nella scatenata cover di “Too Drunk To Fuck” dei Dead Kennedys e nella “Blister In The Sun” di Violent Femmes che riscaldando dolcemente l'umida serata. La notte scende lentamente evocata da  Liset Alea e Phoebe Killdeer (voci dei Nouvelle Vague) ed il cielo si apre definitivamente, appaiono le stelle dopo una giornata di pioggia e i Nouvelle Vague chiudono con un omaggio alla “luna in frack” , una versione chitarra e voce di uno dei pezzi mogliori dei Tuxedomoon: “In The Manner Of Speaking”. Toccante.
Ci saranno i bis, ma secondo me  il concerto doveva finire là.

E' l'ora dei Charlatans, gruppo icona della Madchester inizio '90 ed ispirazione per il vintagismo di molti nuovi autori delle cosi dette nuove scene  glo-fi e  chillwave che dopo aver ispezionato gli anni '80 ora puntano anche sui '90.
Ecco allora che Tim Burgess e il chitarrista Mark Collins  si ripresentano  con un nuovo live show, un Acustic Set. In occasione di questo tour, è stato realizzato anche un EP dal titolo 'Warm Sounds' con la nuova versione di sei 'classici' firmati Charlatans.
Entrano in scena e si capisce subito che i tempi sono cambiati, l’esuberanza.  i vestiti larghi, i cappelli alla pescatora, i capelli a caschetto col ciuffo che copre gli occhi della buggy generation, ha lasciato il posto ad un vestiario più attillato e ad un fare più riservato ed intimo. La voce di Tim colpisce ancora, ma ancor di più colpisce la seconda vita di queste canzoni, da sfrenate danze psichedeliche a introspettive romantiche songs. Quando  ad accompagnare la chitarra di  Mark Collins entra un quartetto d'archi questa differenza si fa ancora più marcata.
Il susseguirsi di brani come Smash the system, North Country Boy, Oh! Vanity, One To Another  in questa nuova veste destabilizza dolcemente.
L’ irresistibile e trascinante “The only one I know”diventa una romanticissima ballad, dimostrando che a volte cambiando il contesto , può emergere una nuova natura delle canzoni.  Ma questo succede solo con le grandi canzoni e stasera abbiamo sentito grandi canzoni in suggestivo contesto.

giovedì 14 luglio 2011

Summer festival


Ah, i festival estivi....
come ogni anno è il momento di averne uno a due km in linea d'aria da casa.
Uno dei tanti festival che imperversa nelle calde notti, con fiumi di birra, decibel sparati e perfino i fuochi d'artificio. Ma l'oceano musical popolare di questi festival puzza orribilmente di monocultura.
Pochi tipi di pesce dominano la grande acqua della musica live estiva, bene che vada ska-reggae, oppure cover band o i nostalgici '80 con Spagna, Scialpi, Sorrenti?! La biodiversità dell'oceano di suono rischia di essere cancellata, oppure nascosta negli acquari dell'ascolto casalingo.
E allora prestate ascolto pesci liberi che ancora amate nuotare nell'oceano di suono. E' ora di uscire dall'acquario dell'isolazionismo e che la sfida ci guidi verso l'aperto. Che mille casse escano dai balconi delle nostre case, i mixer si posizionino in giardino, organizziamo feste all'aperto e inondiamole di suono.
Che il nostro sound copra e protegga le nostre acque dall'invasione dei pesci banana.
I pesci banana amano le calde acque di superficie, noi le più oscure profondità, coscienti che senza il ricambio delle fresche correnti dal profondo la superficie è destinata a diventare putrida palude.

giovedì 7 luglio 2011

Rewind: Nouvelle Vague, New Wave e Bossa Nova (giugno 2006)


 

In occasione del concerto dei Nouvelle Vague di sabato 9 giugno al Sherwood festival, riascoltiamo una trasmissione a loro dedicata nel 2006 da Diserzioni.

 









 In questa trasmissione parleremo di due dischi che hanno fatto virare l’ oscura onda, la wave anni 80 in una onda calda, tipicamente estiva e senz’altro più colorata.
I dischi in questione, dei quali l’ultimo uscito in questi giorni, sono di "Nouvelle Vague" che è un’idea venuta ai produttori francesi Marc Collin e Olivier Libaux, già ben noti nell’ambiente dell’elettronica europea, e consistente nel reinterpretare in chiave bossanova alcuni classici della new wave (appunto) con l’ausilio, alla voce, di giovani e promettenti ragazze che cantano questi classici della dark wave senza conoscere gli originali.
L’operazione dei Nouvelle Vague ha qualcosa di inquietante e affascinante insieme, suona quasi come un esperimento di manipolazione percettiva: ignorando il contesto sociale e la valenza politica di un preciso stile musicale, può emergere la natura di puro segno propria di qualsiasi canzone. Allo stesso tempo, le sinuose ritmiche della bossa nova, danno, a chi quelle canzoni le conosce a memoria, l’impressione di ascoltarle per la prima volta, svelando quale meravigliosa possibilità di rinnovamento la musica riservi a se stessa.


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