venerdì 11 febbraio 2011

Il naufrago beat-o

 Forse ho focalizzato troppo “la dolce deriva del naufrago” in quello che è il dark side del network (per me dark è sempre assieme inquietante e affascinante) e poco sul new gold dream.
Condivisione, messa in comune di competenze, invenzioni e innovazioni, torrenti che si uniscono, bit che siano beat-i.
La rivoluzione digitale della musica è stata devastante.
La WARP, etichetta simbolo di questa rivoluzione (il cui acronimo sta anche per We Are Reasonable People/Weird And Radical Projects) ha dato voce e colonna sonora alle nostre isolate bedroom discoteque mentre il network si formava.
Le nuove generazioni di ascoltatori sono esposte ad una quantità di suggestioni senza precedenti.
In questo caotico e invitante mare gettare la zattera significa abbandonare la nave e magari perdersi e scoprire possibilità che non si sarebbero trovate attraverso la successione normale, prevista e programmata.
E ora sia la rete che le culture della nuova elettronica ci indicano i sentieri del mash-up: un modo di dire Creolo che ci parla di fare ibridazione, poltiglia, distruzione creatrice di nuovi incroci e strumenti.
Ecco che troviamo assieme l’oscura rabbia anti-Thatcheriana di Joy Division e l'algida freddezza nordica di Pan sonic, il romanticismo classico di Mahler e l’inquietudine dei migliori Cure, lo shoegazing sognante di Slowdive e il glicth errorista di Oval…..
Il naufrago beat-o ha perso la bussola e si è perso nel tempo che si è dissolto, oramai neanche l’orologio serve, che liberazione!
….e canteremo l’infinità presente e non avremo bisogno di futuro.

Ps. Nelle cuffie Andrew Weatherall stà portando in alto nel sole Siouxsie, la regina della notte.

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