C'è un suono che da dieci  anni scuote Londra e fa vibrare l'etere delle radio pirata della  capitale Inglese. Da simbolo della fine dell'epoca rave a colonna sonora  di queste riottose  giornate.
Ma con   il ritorno a casa riaffiorano le inquietudini e si ricomincia a guardare i  topi che vanno in giro per la propria stanza. Ecco allora che beat pesanti e oscuri escono dalle stanze più nascoste della metropoli e dalle sempre attive radio pirata.
I movimenti dubstep sono profondi,  sembrano immersi in una palude, si muovono lenti,  una violenza  soppressa che ribolle nel fondo, arriva attutita in superficie.
Gli allungamenti dei bassi tracciano una  linea mentre tutto intorno sembra traballare, linea che sembra poter  assorbire l'inquietudine della vita precaria.
L'effetto budino, trema di contraddizioni  ma non rompe, resta all'interno di vite ai margini, è “Margins Music”  come recita il titolo dell'album di Dusk & Blackdown, uno dei  manifesti del genere.
Il romanticismo e la malinconia collide  con  i significanti sonori di paura / tensione / apocalisse / buio  brandito dalla musica e nei titoli delle traccie, eppure convivono.
Le ricognizioni interne (Ballardiane)   che nella scena “ambient isolazionista” avvenivano attraverso suoni  legati a luoghi di pura natura come l’antartico per Thomas Koner o  Biosphere, oppure attraverso oceani o deserti, nel dubstep avvengono nei  luoghi urbani, di certo molto abitati, ma altrettanto "vuoti", come le  disagiate e desolate periferie delle nostre metropoli.
Le voci che compaiono/scompaiono in mezzo  al fangoso, nebbioso  suono sembrano anch'esse muoversi in terreno  instabile, precario, come nella foschia di una palude.
Insomma è suono che assorbe molto e  restituisce poco, ma accumula tensioni che non vivono solo il basso  delle periferie ma anche nel vuoto delle camere dei campus.
Le zanzare escono dalla palude e  diffondono il virus, produttori come Burial e Kode9 e la loro label  hyperdub diventano di fama internazionale, pur mantenendo un stretto  contatto con le origini, le insurrezioni invisibili (the invisible  insurrection titolo di uno dei migliori album del 2011 nel genere)  cominciano a farsi vedere.
Questo risuonare profondo, melmoso così  si contamina e dal fondo risale, il virus dei bassi allungati coinvolge i  generi più disparati, dall'elettronica sperimentale, al post rock, fino  al pop più attento. Diventa il mutante per eccellenza, senza un modello  riconoscibile se non la marea di bassi che scuotono e vibrano.
E' l'hype degli ultimi anni, ma  attenzione perchè le vibrazioni ovattate dell'interno della palude  in  superficie potrebbero avere l'effetto di un tsunami. L'amplificazione  sismica dell'effetto budino per chi non è dentro ma sopra è devastante.

