lunedì 17 marzo 2014

Farsi spazio oltre il "mi piace"

In molti chiedono a Diserzioni, di fare delle playlist settimanali o almeno mensili delle migliori uscite sonore. Per attirare l'attenzione in rete e nei social funzionano.
Qualche anno fa, probabilmente, queste classifiche avevano un senso, forse.
Oggi non ce l'hanno più. Anzi, diffondono quell'idea di critica musicale in cui non solo non mi riconosco ma che ritengo fuorviante e dannosa.
Perchè sottende l'idea che qualcuno possa essere giudice che emette sentenze, o un professorino che distribuisce voti, invece che dare un umile sguardo che spera di aiutare a scoprire alcuni angoli nascosti del suono. Sarebbe non consapevole della complessità sonora che viviamo credere di poter dire questo è il migliore. Il migliore di cosa? Forse solo quello che preferisco nella miriadi di suoni che mi attravesano ogni giorno e che ascolto velocemente, che poi sono un una parte infinitamente piccola del panorama sia pur di nicchia che seguo.
Preferisco seguire scie sonore dove mi sia più dolce la deriva, che indicare approdi.
Questo mio atteggiamento mi dicono porterà meno interesse e molti “mi piace” in meno.
Poco male, continuerò ad essere incompatibile creandomi spazi oltre le semplificazioni ad uso social network e alla sbrigativa logica del “mi piace”.

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