il suono che viene dalle onde nel mare si fatica ad ascoltare ma a riva, se in silenzio lo puoi sentire basta trovare quelle terre che non hanno luogo ma infinite risacche da indagare
Alva Noto: Isola
Geskia: Remains Domain
My Panda Shall Fly: Light Under The Door
NOGYMX: Like A Butterfly
Mourner: Chloe
Wabz:Some Day
Hakuu - Ghost
Scullious: Need Your Love
Seth Wessinger: Ineeduimdying
Chilllito: If U
Amphior: Hiding
Manu-Shrine-Up-There
Dormo poco. Forse 4 o 5 ore per notte. Ascolto musica nelle ore tarde, mi rilasso cuffie in testa seduto nella comoda poltroncina. Sarà l’età o la pigrizia, o il fatto che mi alzo presto, ma non mi muovo molto di notte. Per sentire musica dal vivo cerco (ma non trovo) concerti fuori orario, almeno per lo standard nostrano.
Mi piacerebbe andare a sentire un concerto nel tardo pomeriggio. Nei giorni feriali soprattutto. Mi piacerebbe provare il contrasto che ti fa passare bruscamente dalla luce del giorno al buio della sala. Mi piacerebbe l'idea di rompere la catena del tempo produttivo, in maniera insolita, almeno per la logica economica che domina il nostro paese e il nostro rapporto con il tempo.
Mi piacerebbe anche il pubblico di questo concerto pomeridiano, immagino lo stesso che và al cinema di pomeriggio: studenti solitari, coppiette clandestine, malinconici romantici …
Non ci sarebbe la continuità tra il buio della notte e quello della sala. Non ci sarebbe la socialità chiassosa che popola i concerti notturni. Non ci sarebbe l'euforia dei tanti aperitivi consumati aspettando l'ora fatidica.
Al pomeriggio ai concerti ci si andrebbe più che altro da soli. Come per cercare un rapporto esclusivo con il suono. O per nascondersi dal mondo.
Ricordo un'estate a Londra. Alle 6 pm entrai in una chiesa sconsacrata al concerto di Thomas Koner. C'era molta gente, sguardi attenti, concentrati, emozionati quasi. Due ore di musica e proiezioni dell'acido che corrodeva una pellicola, un'immersione da brivido nell'aurora del suono. E alla fine un applauso. Timido, pudico, imbarazzato, senza la sfrontatezza della standing ovation, ma convinto e in un certo senso perfino commosso. Uscire dal concerto che ancora non è buio e tornare a casa con i mezzi pubblici immerso in suoni nelle cuffie e pensieri non ancora offuscati dal sonno.
Un po’ come la notte per la televisione, il pomeriggio per i concerti potrebbe essere il fuori orario, ovvero "un contenitore anarchico di suoni". Ma invece è solo la mia “magnifica ossessione”.
perdersi in tortuose correnti dentro nebbie che offuscano tra impetuose onde sonore lasciando libero il timone e amandole queste infinite derive
Kuoyah: Blue Drift
Fraems: Beneath
Portico: Living Fields (Feat. Jono Mccleery)
Kammerflimmer Kollektief : Evol Jam
Hymalaia: Falling
Lapalux: U Never Know (Feat. Andreya Triana)
Shipwrecked: The Moon Hangs, Unmoving
Sorrow Leads To Salvation: Desolation
Nh Ød: Black Hole (The Eternal Battle)
Atlas: False Dreams
Rabit: Hex
The Eye Of Time: Anti
rovescio la notte mentre l'ascolto in questa tempesta di suoni e silenzi, rovescio la notte nella luce del giorno coprendo la sua assenza con la mia parte più oscura
Panda Bear - Boys Latin (Andy Stott Remix)
Djrum - What I Was Doing When I Was Doing
Kassem Mosse & Simone White: In The Water Where The City Ends
Worriedaboutsatan: Sleep Of The Foolish
Yakamoto Kotzuga: Futile
Lord Of The Flyez- Fraunhofer Diffraction: Twin Peace
Kamandi: Crown Violet
Pensees: Callovs
Tyord – Unlucky
Weird: The Sound Of Your Heartbreak
Good Morning Finch: La Stagione Delle Eclissi
La grigia solitudine di una strada di periferia, l'umida calle di una città morente, il gelo di attese per qualcosa che non arriverà mai. Può tutto questo essere suono, è possibile esprimere in musica queste sensazioni senza ricorrere alle parole?
Ad ascoltare l'esordio di Yakamoto Kotzuga sembra proprio di sì.
Esprimere col suono il disagio, l'angoscia, il malessere che pervade chi ha vent'anni e si sente preda di un mondo che non lascia speranza.
Eppure bisogna affrontarle queste paure, ma è più facile dirlo che farlo.
Giacomo Mazzucato (Yakamoto Kotzuga) lo fa sinceramente e coraggiosamente, con bassi pesantissimi e un disco buio e malato cercando di colpire la nostra emotività con suoni taglienti come un rasoio e pieni d’affetto come l'ultimo bacio di chi ha deciso di andare a cercare un domani. Dove?
Usually Nowhere
Usually Nowhere è il primo album di Yakamoto Kotzuga (al secolo Giacomo Mazzucato), giovanissimo produttore e musicista veneziano. Undici nuove tracce nate in un piccolo studio tra chitarra e computer. Tutte da ascoltare!