Qualche tempo fa, mi è capitato di passare una piacevole serata in compagnia di alcuni giornalisti/critici musicali e una cosa appariva chiara dai loro discorsi:la musica se non è morta è sicuramente moribonda, forse oggi è meglio riscoprire e far conoscere ai più giovani suoni dimenticati del passato.
Io invece insistevo invano che bisogna continuare a guardare avanti anche se tutto è diventato più complesso, sostenendo che con l'avvento della digitalizzazione niente può essere guardato come prima.
Subito mi è tornata alla mente una pagina molto bella: in “Vita di Galileo” diBertold Brecht, i padri della chiesa, invitati a guardare il suo cannocchiale per verificare la veridicità delle sue scoperte, rifiutano cortesemente di farlo.
Lungi da me fare improbabili paragoni, ma il mondo musicale in Italia spesso sembra come quei cardinali: preferiscono non vedere e non guardare pur di poter difendere il loro dogma.
Facciamo un esempio, Diserzioni propone ogni settimana dieci pezzi nuovi pescati nell'infinito oceano di suono e spesso mi sorprendono. Pur frutto di una ricerca parziale (non può essere altrimenti) e spesso trovandoli nelle produzioni “free download” questi musicisti riescono ad emozionarmi e a descrivere il sentire delle nuove generazioni meglio di ogni altra arte.
Forse sono io che sono preso da un trip allucinato, ma l'unico problema che ho è l'abbondanza di suoni che passano nel mio apparato uditivo e la difficolta sempre maggiore a selezionare.
La sensazione è quindi che non solo non si entra nel merito del cambiamento epocale che la musica ha subito, ma si ribadiscono e si dicono cose che si sarebbero potute dire anche prima della cosidetta rivoluzione liquida nella musica.
Sembra che il mondo musicale, almeno in Italia giri a vuoto su se stesso, non approfondendo mai niente come un moto perpetuo che serve a rafforzare stereotipi, luoghi comuni e status quo.
Per averne conferma basta dare un'occhiata ai servizi di televisioni o giornali a riguardo della musica, oppure vedere chi suona dal vivo in giro per il nostro paese quest'estate.
Naturalmente ci sono le eccezioni, ma oramai siamo rimasti in pochi quelli che non temono di guardare dentro i cannocchiali del nostro tempo. Anche a rischio di farvi vedere e farvi sentire cose sgradevoli, ma sicuri di non perpetuare le certezze e i dogmi dei cardinali della musica.
La trasmissione radio, ritorna a settembre. Diserzioni però non è solo questo, ma anche interviste, recensioni, approfondimenti, live report, racconti sul suono visto attraverso i cannocchiali del nostro tempo. "State tuned" Un ringraziamento di cuore al mio socio Mirco Salvadori e a tutta la foresta di Sherwood e allo staff di Radio Sandonà.