Nella palude, nel pantano, in riva
ad un fiume che cambia corso e dimensioni, sui bordi di un fosso che
esonda, è istintivo fare i conti con l'instabile e l'incerto,è
naturale considerare vaghi i confini, è normale procedere per
consolidamenti progressivi e, alla fine, diviene regola mentale,
predisposizione culturale e concettuale, che l'instabile non esiste
come categoria, ma esiste solo il movimento della perenne, costante
trasformazione dello stabile.
Renzo Franzin
Vivo da sempre in una terra ex
paludosa, dove la trasformazione dello stabile, l'inafferrabilità
dell'acqua sono stati l'immaginario dei racconti della vita sentiti
fin da bambino.
I canali e i piccoli corsi d'acqua
erano come "flussi di coscienza" e "arterie delle
storie".
Solo negli ultimi anni escono dalla
percezione esistenziale e diventano problemi, ostacoli allo sviluppo
ed esclusivamente fattore di rischio idraulico da eliminare.
Forse è questo il motivo che un suono
paludoso, fangoso, nebbioso, mutante per eccellenza che sembra
muoversi in terreno instabile, come il dubstep mi ha attirato. Anche
se nasce da una metropoli come Londra ho trovato delle affinità.
Anch'esso è in costante trasformazione, inafferrabile anche se
i"flussi di coscienza" e le "arterie delle storie"
in questo caso sono le strade e le linee della metropolitana.
Le acque di quella città, del Tamigi,
sono fisse e scure, ma si muovono nel risveglio della notte grazie al
riflesso di mille luci che accompagnano un flusso continuo di
individui.
Si tratta proprio di un flusso di
individui, perchè le derive collettive, le onde sonore non riempiono
più le strade, ma accompagnano il ritorno a casa, l' isolamento, sia
nell'ascolto che nella produzione.
È la vittoria della musica da cuffia,
dell' iPod, mentre anche i rave diventano spazi di consumo e basta,
questo suono sembra soprattutto utile a trasmetterci
l'insoddisfazione perenne di un mondo fatto di alienazione ma che
porta a fare passi o balzi oltre il presente stagnante.
Ma come sempre la semplificazione di un
mondo è in agguato per finalizzarlo al consumo , così anche
un suono così “difficile” si etichetta e diventa hype, di moda,
normalizzato.
I nuovi producer per rivitalizzarlo lo
portano su un tavolo anatomico per poterlo successivamente studiare,
analizzare e riprodurre. Farlo diventare più un indagine sulla
propria condizione umana che un esplorare: e da ballabile diventa
apprezzabile intelletivamente, aprendo la testa alla musica, offrendo
la musica alla mente globale. In questo modo si delocalizza non solo
geograficamente, ma lo si sposta dentro la propria testa, mostrando
tutti i sintomi della fragile condizione esistenziale moderna, in una
scomposizione dell' esperienza che, se da un lato isola l'individuo,
dall'altro gli permette strade creative inedite: attraverso stimoli
sensoriali indipendenti da relazioni umane (droghe, videogiochi,
social network).
Il movimento della perenne, costante
trasformazione del suono Dubstep diventa mondiale, come mondiale è
la rete che lo diffonde con in comune alcuni elementi minimi: i bassi
e le voci pitchate.
E all'orizzonte si profilano altri
cambiamenti. Sono eco lontane di un suono estremamente emotivo e
oscuro, che nasce dal verbo di Burial.
Voci che risuonano in un vuoto abissale
, sconfinando il loro carattere descrittivo in un che di pittorico,
di visioni in transito che dipingono un paesaggio di macerie di un
mondo distrutto.
Queste voci pitchate così frammentate
accompagnante da un suono instabile, melmoso indicano uno
spaesamento, una ricerca di stabilizzare un orizzonte condiviso.
Lo scambio di file, la condivisione di
metodo e di sound crea una complicità che configura un atmosfera
comune in molti producer che trascende le frequenze ultra-basse che
hanno effetto solo se pompate su mega sound system, e crea suoni
avvolgenti ed evocativi ideale per l'ascolto in cuffia con luci
soffuse, malinconici nelle atmosfere e soprattutto capaci di far
riflettere . Inquieti e inafferrabili continuano a trasportare la
diversità che muta se stessa.
Suoni che continuano a turbare con loro i bassi profondi, ma hanno anche un qualcosa di angelico, di confliggente, sanno essere contemporaneamente alienanti e nutrimento per le relazioni nell' infosfera.
Suoni che continuano a turbare con loro i bassi profondi, ma hanno anche un qualcosa di angelico, di confliggente, sanno essere contemporaneamente alienanti e nutrimento per le relazioni nell' infosfera.
Riportali all' intera sfera della vita
e ritornare a interrogarsi sulle qualità amniotiche di quell'
artifizio miracoloso che è la musica, potrebbe farla ritornare
cellula staminale in lotta contro l'Alzheimer della nostra società.
10 Tracks:
Burial: Kindred
Volor Fex: Unfeeling
Balam Acab: Await
VVV: Among The Whispers
Anthony Drawn: Remember
Author: Drain
Huzur: Ingrid
Blue Daisy: Fallin (Feat.
Heidi Vogel)
Kazi Ploae - Investigatii
( Silent Strike Instrumental)
Ayshay: Warn-U