Contro l'estizione dell'ascolto empatico
Ho sperimentato l’impossibilità di capire attraverso le migliaia di messaggi, nella maggioranza dei casi esibizione di sé, giudicanti e diffamatori.
Il giorno dopo sono partito per un viaggio che mi ha “ costretto” a stare 10 giorni scollegato dalla rete e mi sono sentito molto meglio. Sono un dinosauro, una specie estinta?
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di dire che hanno accumulato migliaia di amici in Facebook. Ovviamente questa affermazione si può fare solo se si accetta una riduzione dell’idea di amicizia.
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di seguire e essere seguite su Twitter, di indicare vie e giudicare in versione 2.0. Ovviamente questo si può fare solo se si accetta una riduzione dell'idea di comunicazione.
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di mostrare i loro costosi oggetti di connessione. Ovviamente questo si può fare solo se si accetta una riduzione dell'idea di ricchezza .
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di essere fans e di adorare vite spericolate, star ribelli... Ovviamente questo si può fare solo se si accetta una riduzione dell'idea di espressione creativa.
Il problema è fino a quel punto questa riduzione potrà arrivare.
Lo so, sono un dinosauro, sto forse accusando centinaia di milioni di utenti dei siti di social network di accettare una riduzione di sé, sono forse “vecchio” ma usandoli sti network mi rendo conto che spesso diventano pura esibizione, vetrina privata e privi di esperienza e condivisione.
Quando entro nel territorio astratto della seduzione simulata, preferisco ancora lo spazio infinito del suono, piuttosto che lo spazio formattato dei social network.
Sono un dinosauro che ama ancora scollegarsi, spegnere lo schermo, che pensa ancora che la musica possa essere educazione alla singolarità, che il suono possa curare l'anima e la psiche.
Sono un dinosauro che pensa ancora che la “difficile”, complicata, malinconoiosa musica che da sempre mi accompagna valga più dei fottuti messaggi che abbattono il potere.
Sono un dinosauro che pensa ancora che il suono che mette in crisi, che ti sforza a comprendere, che ti sottrae al consueto valga più di qualsiasi esibizione ribelle.
Sono un dinosauro che pensa ancora che il rifiuto di ascoltare sia la più grave delle malattie, quella che riduce l'idea di amicizia, l'idea di comunicazione, l'idea di ricchezza, l'idea di espressione creativa.
Per questo dovremmo ascoltare, perché la rete non riduca ma arricchisca, perchè il suono esca dalla rete e invada la vita, che altrimenti non ha più amicizia, né piacere, né senso.
Non sono un tecnofobico, anzi la tecnologia e i nuovi mezzi di comunicazione mi piacciono assai, pure troppo.
Ma dopo aver seguito la giornata del 15 ottobre degli indignados su
twitter e facebook, ho sperimentato la potenza e allo stesso tempo
l’inadeguatezza di questi social network.Ho sperimentato l’impossibilità di capire attraverso le migliaia di messaggi, nella maggioranza dei casi esibizione di sé, giudicanti e diffamatori.
Il giorno dopo sono partito per un viaggio che mi ha “ costretto” a stare 10 giorni scollegato dalla rete e mi sono sentito molto meglio. Sono un dinosauro, una specie estinta?
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di dire che hanno accumulato migliaia di amici in Facebook. Ovviamente questa affermazione si può fare solo se si accetta una riduzione dell’idea di amicizia.
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di seguire e essere seguite su Twitter, di indicare vie e giudicare in versione 2.0. Ovviamente questo si può fare solo se si accetta una riduzione dell'idea di comunicazione.
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di mostrare i loro costosi oggetti di connessione. Ovviamente questo si può fare solo se si accetta una riduzione dell'idea di ricchezza .
Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di essere fans e di adorare vite spericolate, star ribelli... Ovviamente questo si può fare solo se si accetta una riduzione dell'idea di espressione creativa.
Il problema è fino a quel punto questa riduzione potrà arrivare.
Lo so, sono un dinosauro, sto forse accusando centinaia di milioni di utenti dei siti di social network di accettare una riduzione di sé, sono forse “vecchio” ma usandoli sti network mi rendo conto che spesso diventano pura esibizione, vetrina privata e privi di esperienza e condivisione.
Quando entro nel territorio astratto della seduzione simulata, preferisco ancora lo spazio infinito del suono, piuttosto che lo spazio formattato dei social network.
Sono un dinosauro che ama ancora scollegarsi, spegnere lo schermo, che pensa ancora che la musica possa essere educazione alla singolarità, che il suono possa curare l'anima e la psiche.
Sono un dinosauro che pensa ancora che la “difficile”, complicata, malinconoiosa musica che da sempre mi accompagna valga più dei fottuti messaggi che abbattono il potere.
Sono un dinosauro che pensa ancora che il suono che mette in crisi, che ti sforza a comprendere, che ti sottrae al consueto valga più di qualsiasi esibizione ribelle.
Sono un dinosauro che pensa ancora che il rifiuto di ascoltare sia la più grave delle malattie, quella che riduce l'idea di amicizia, l'idea di comunicazione, l'idea di ricchezza, l'idea di espressione creativa.
Per questo dovremmo ascoltare, perché la rete non riduca ma arricchisca, perchè il suono esca dalla rete e invada la vita, che altrimenti non ha più amicizia, né piacere, né senso.