mercoledì 24 aprile 2013

Diserzioni 23 aprile: La strada lavora


C'è un sentire che si ritrova
solo nel profondo underground
fatto di abissi e paludi
c'è un feeling che senti
solo nel reale e sporco lavoro
di un ascolto in basso nella strada

Wen: Road
Kode 9: Ice
Kryptic Minds: To Feel
Fis:Two Swords
Djrum: Blue On Blue (Voodoo)
Chasing Voices: Awoken By Tears
The Haxan Cloak: Miste
Dusk + Blackdown : Lonely Moon
Veils:Soulmates

mercoledì 17 aprile 2013

Diserzioni 16 aprile: Sciami sonori


Tutto sembra indecifrabile,
nell’infinita complessità dei segni
e non resta che abbandonarsi al naufragio

Tutto sembra fuori controllo
nel inarrestabile dei flusso dei suoni
e non resta che entrare lenti nel loro sciame


Dillon: Your Flesh Against Mine (Creep Remix)
Team Ghost:  Broken Devices
Inc: Black Wings
Daughter: Touch
The Knife:  Wrap Your Arms Around Me
Heterotic: Wartime
Graveyard Tapes : Bloodbridge
Paco Sala: 7
Kahn: Cover Me
Tricky: Matter of Time
Braxtron Holmes:12.Inches.Of.Pleasure.(Rons Foreplay)
Faus+Degada: she know my way

martedì 9 aprile 2013

Diserzioni 9 aprile: Tocco notturno

Nel quieto ritmo emotivo
nel tranquillo e intimo buio
nel meritato tempo introspettivo
nel suono che ricerca il magico mistero
dell'imprescindibile tocco notturno

DeadBoy: Black Reign
Davwuh Vs. Burial :Gutted
James Zabiela - The Healing (Clubroot Remix)
Klatu: Dirt Vs Wind
Mustapha Mond: Damage
Minerva: Noir
Simple: Felt And Cognac
Pixelord: I Don't Need This (Zack Christ Remix)
Flume: Star Eyes
Qtier: Still
Aleos: Things You See
Deptford Goth: Life After Defo

martedì 2 aprile 2013

L'evanescenza vocale

Il venir mano del corpo nell'immateriale sonoro
 
La musica che amiamo da sempre è esplorazione di mondi sconosciuti, una cosa erotica, emozionale, fatta di disagio e riscatto, di introspezione e voglia di incidere sulla realtà, di mistero e messa a nudo.
Ora, nell'epoca dei talent show e delle cover band, dove non si esplora più altri mondi, dove non ci si guarda più dentro ne si interpreta la realtà, ma si pesca all'infinito nel passato, e spesso non nel migliore, come può mantenersi viva la musica?
La digitalizzazione ha messo a disposizione l'intero archivio della musica registrata e oggi sembra basti reinterpretare l'esistente in un karaoke senza fine.
Questa immensa disponibilità di dati sonori, questa riverenza verso la tecnologia, la percezione di non essere all'altezza di un passato interamente consultabile (si trova sempre qualcuno che ha fatto di meglio) tende a far sparire il lato fisico del suonare: quella commossa, agitata, sensuale, emotiva imperfezione dell'atto umano.
A questa inadeguatezza del corpo umano di fronte alla perfezione e illimitatezza digitale si reagisce con l'esaltazione della parte meno emulabile e più corporea: la voce. Ecco il proliferare di concorsi canori in ogni luogo, dalla televisione al bar sottocasa, dove la musica viene messa in secondo piano se non ignorata, mettendo in primo piano l'esibizione del proprio corpo attraverso il canto.
Questo il lato “mainstream”, e per quanto riguarda “l'alternativo”?
Da anni le nuove tecnologie sono al centro della ricerca musicale, e la musica elettronica è senz'altro la parte più innovativa del suono attuale e quella che più ha indagato il rapporto con la virtualità cercando di innestare il corpo e l'anima nel suono digitale, di dargli “heart and soul”.
Ma oggi l'underground sonoro come reagisce a questa tendenziale risoluzione del corporeo nell'immateriale?
Ancora una volta reagisce leggendo il paradosso, facendosene carico, facendo emergere la contraddizione. Usando, per esempio, la voce come l'insopprimibile ambivalenza umana, cioè la sua inevitabile residualità assieme alla resistenza alla sua tendenziale sparizione.
Una cosa che mi sembra identificativa e modellativa di questo momento musicale, sono infatti le sperimentazioni con la voce, le varie forme di testurizzazione digitale delle voce come l’Autotune, la frammentazione dei vocals, il micro-editing dei sample vocali e la creazione di nuovi pattern.
Queste voci frammentante possono essere evanescenti, spettrali o angeliche ma mostrano la fenomenologia del venir meno corporeo, del suo con-fondersi con l'infinito fluire digitale. Questa è una tendenza che da tempo emerge nel panorama musicale attualmente più interessante come il post dubstep, la witch, il wonky, la future garage, l'hauntology... ma oramai ha influenzato anche l' elettronica più hype .
La registrazione dei rumori della metropoli e della pioggia sull'asfalto sembrano lacrime dell'anima, sepolte nel terreno precario dei profondi e vibranti bassi che fanno da sfondo a frantumati ed angelici campionamenti vocali che s'innalzano come un' espressione di ciò che resta di corporeo nell' immateriale ed infinito oceano sonoro attuale.
Questa mi sembra oggi la parte più viva e rappresentativa della mutazione in atto, la romantica resistenza di una musica che sa ancora, nonostante la totale dispersività della rete, restarti tatuata nel corpo e nell'anima.